-Allora, se vuoi scrivere, se è questo che ti fa stare bene, allora ti organizzi: prendi una mattina della settimana, due ore, o che ne so, e ti metti in agenda che è dedicato a quello. Basta che ti organizzi, puoi farlo, no?!
-No.
-Come no? Allora sei tu che non vuoi, al solito tuo, “vuoimanonvuoi” . Giusto, no?!
-No.
-Ma no cosa?!
-Non posso mettere in agenda che il mercoledì dalle 10 alle 13 scrivo. Non posso, non è che non voglio.
-E perchè?
-Perchè non è che mi metto alla scrivania e scrivo.
-Ah, quella cosa dell’ispirazione…
-No, guarda, è più una questione di inspirazione.
-Cioè?
-Cioè, è come quando devi vomitare. Non è che vai in bagno e vomiti. Ci vuole il tempo che ci vuole. Hai tutto che ti gira in tondo tra la pancia e la gola, non va giù, non ancora torna su. Sai che devi vomitare, sai anche cosa vomiterai ma non è il momento. Cammini per casa, ti sposti in bagno, ti guardi allo specchio sopra il lavandino, sei pallido, poi verdognolo. Pensi che forse passa, sai che non passa. E aspetti. Quell’inspirazione più profonda, quella giusta quantità di aria nel naso che scende dritta dritta fino al punto, quel solo e unico punto, al centro, tra lo stomaco e la gola e che ti porta tutto su, su, su e poi fuori.
Ecco.
Non mi serve l’ispirazione.
Mi serve l’inspirazione.
magica efficacia delle metafore.. anche se per me stesso sceglierei “stipsi più che il vomito. Mi piace molto leggerti, ops… cercare qualche gamberetto intero in mezzo ai pasti semidigeriti. Salut
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Ti ringrazio, davvero, grazie mille.
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