A cosa serve tutto questo sentire
Se di notte ho paura di morire
Se di giorno è tutto un lavoro
E il silenzio non è sempre d’oro
A volte è un silenzio d’argento
Arrivo seconda e me ne pento
E poi c’è il tacere di bronzo
Quando non ho detto “sei stronzo”
Di tutto questo sentire cosa faccio?
Ci annodo i pensieri, tipo laccio?
Ma i pensieri sono cicatrici
Non ci hai mai pensato, che ne dici?
I miei li ho tutti sulla pancia
È la vita, mi ha lasciato la mancia
Si la vita, come quella che ho data
È una pancia vissuta, abitata
L’ombelico ha i segni del passaggio
Lo rifarei ma con più coraggio
È passato da lì tutto il sentire
Dalla pancia che non mi va di esibire
Con i suoi segni e le geometrie
Forme che cambiano e pur sempre mie
Anche la rabbia ha fatto capolino
Ha lasciato come segno un uncino
Con cui ho agganciato i dispiaceri
Per poi trasformarli in desideri
E ci ho pescato del dolore
Prima che salisse su al cuore
A cosa serve tutto questo sentire
A scacciare la paura di morire
A farne per loro racconti felici
A lenire il segno delle cicatrici
Tutto il sentire che si abbatte
Forte come una finestra che sbatte
Quando c’è vento e poi corrente
Quando è forte quello che si sente
Serve raccontarlo,si, per forza
È il momento di togliere la scorza
Strato dopo strato arriva il buono
Chiudi la finestra, arriva il tuono.